Pellet, cos’è e come riconoscerlo

Il pellet viene prodotto da scarti di lavorazione del legno, gli scarti sotto forma di truciolo e segatura, vengono stoccati dalle fabbriche per poter abbassare il tasso di umidità del residuo, quindi nel caso che occorra procedere ad un ulteriore essiccazione del materiale ( ricordo che il prodotto deve essere inferiore al 10% di umidità per fornire calore e combustione ottimale) si inserisce il materiale in degli essiccatori: esistono vari tipi di essiccatori, il più diffuso è un essiccatore a nastro che permette al produttore di recuperare elettricità nel momento della lavorazione,  e quindi il risultato è ecologico poiché permette all’azienda di usufruire dell’energia prodotta per altre fasi di lavorazione.

Quando la materia è asciutta e pronta per la lavorazione, si provvede a immettere , gli scarti in una pressa, possiamo capire il concetto pensando ad un’enorme tritacarne o ad una impastatrice per la pasta. Il materiale viene quindi mischiato( truciolo e segatura) secondo le proporzione desiderate dal produttore e fatto passare attraverso una matrice composta da numerosi piccoli fori oltre 2000, i canali della matrice si restringono compattando il materiale in una forma cilindrica di spessore di 6 mm quindi i coltelli tagliano il pellet in una lunghezza appropriata per l’utilizzo. A questo sorge una domanda spontanea, come può fare a rimanere compatto e non polverizzare il pellet?.

La compattezza si ottiene grazie alla lignina, la quale è un collante naturale contenuto nel legno. Tutto questo avviene grazie alla combinazione creata all’ interno della pressa, la forza e il calore sprigionata al momento della compressione e il successivo raffreddamento del materiale permettono alla lignina di compattare il pellet  e agire come colla permettendogli  , sia nel momento dell’insaccamento il trasporto , e combustione di rimanere integro e fornire il potere calorico di cui abbiamo parlato in precedenza. In sintesi è un processo naturale, che avviene in forma semplice e ecologico.  

In seguito il pellet viene trasferito in dei silos e passa alla fase di insaccamento, viene confezionato in sacchi da 15 kg e 10 kg formato adatto per la distribuzione in particolare il prodotto viene venduto da unicoop firenze., infine il pellet viene impanca lato e trasferito sui camion  pronto per essere consegnato ai vari rivenditori sul territorio Italiano.

È importante specificare che scaldarsi a pellet è estremamente sicuro, poiché non richiede tubazioni in cui passa il gas o bombole  che possono risultare ingombranti, e per chi è abituato a usare combustibili gassosi, allo stesso modo il pellet non necessita di particolare pulizia, poiché rispetto alla legna il residuo ceneri è minimo.

Come riconoscere la qualità del pellet

E’ fondamentale acquistare prodotti certificati che garantiscono assenza di collanti , corteccia e additivi chimici.

Per controllare la possibile presenza di questi additivi, possiamo effettuare un semplice test: i pellet senza additivi si disintegrano quando bagnati.

Un eventuale contenuto di additivi può essere rivelato quindi immergendo alcuni trucioli in un bicchiere di acqua: se si disintegrano in pochi minuti, significa che non vi sono collanti o additivi artificiali

E’ spesso difficile riconoscere a priori, la qualità del pellet, non tutte le persone si mettono ad effettuare il test dell’acqua, comunque è possibile verificare anche per un non esperto, una volta che si è bruciato nel proprio generatore, possa rilevare che il pellet:

se si nota molta cenere nel generatore.

  • contiene materia prima come corteccia , residui di semi o altra biomassa con un contenuto di cenere più alto del legno puro
  • contiene additivi come impurità o sabbia
  • contiene prodotti di rifiuto

se si notano scorie nel generatore.

  • contiene materia prima come corteccia, residui di semi o altra biomassa con un basso

se si nota punto di fusione

  • contiene additivi come impurità o sabbia
  • contiene prodotti di rifiuto

se si notano depositi anomali e corrosione.

  • contiene biomassa che non sia legno puro o altri materiali con un considerevole livello di componenti volatili come zolfo e cloro
  • ha un tasso di umidità troppo elevato

Oggi il sistema di produzione del pellet è tutelato, dalle certificazioni esistenti, fornite dall’ente certificatore  ENplus

Colore del pellet, chiaro o scuro: spiegazione e differenze

Il pellet dovrebbe avere un colore omogeneo e simile a quello del legno.

Il colore può variare in relazione al tipo di legno usato Il colore esterno dei trucioli può essere marrone scuro, a causa della bruciatura durante il processo di produzione

Se i pellet sono scuri può dipendere dal fatto che contengono un tipo scuro di legno (es. castagno) ma può anche essere dovuto a legno scurito a causa di un prolungato asciugamento.

In generale, possiamo dire, che i pellets migliori sono quelli prodotti da legno vergine quale Faggio o Abete Bianco, completamente decortecciato prima dell’inizio della lavorazione, e inserito nell’essiccatore con un umidità inferiore al 15%.

Oggi possiamo trovare sul mercato degli ottimi prodotti, sebbene siano di colore scuro. 

Chi può utilizzare il pellet

Il pellet è un prodotto idoneo sia per la campagna e la montagna, ma anche per la città  a patto che in casa ci sia una canna fumaria adatta e una situazione logistica che lo permetta 

Inoltre, non è vero che, con il pellet, ci voglia una stufa in ogni stanza. Esistono due tipologie di impianti:  La prima è quella che emette aria calda, da porre in posizione strategica, per diffondere calore in tutta la casa e può anche essere canalizzata tramite bocchettoni per diffondere il calore in ogni stanza, in maniera omogenea. La seconda è la termostufa (che scalda l’acqua termica dei radiatori), questa può sostituire l’impianto esistente, sia esso a gasolio, gpl, metano o legna

Lo Stato italiano dà contributi per l’alimentazione a Biomasse, come, ad esempio , per la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento, con nuove alimentazioni a pellet: tramite una relazione tecnica compilata da uno specialista autorizzato, lo Stato restituisce fino al 65% del prezzo pagato sia per l’acquisto della stufa o caldaia, che dei lavori di installazione.

In collaborazione con: Vivinpellet

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